giovedì 10 dicembre 2015

EDUCARE OGGI E DOMANI



Educare, dal latino “ex-ducere”, condurre fuori. Educazione è quindi, per definizione, l’azione maieutica che consiste nel far emergere le positività del discente, facendone affiorare le contraddizioni e sostenendolo affinché riesca a volgere queste ultime verso valori positivi. L’educazione è, oggi come 100 anni fa, l’azione del “tirar fuori” dal ragazzo quanto c’è di buono in lui e dell’offrirgli gli strumenti attraverso i quali possa incrementare il proprio 5% di buono - “minimo sindacale riconosciuto” - tendendo al massimo possibile per lui.
 L’azione educativa, quindi, presuppone l’accettazione da parte dell’educatore della personalità e della persona dell’educando. L’azione educativa rifugge ed è antitetica all’idea che il ragazzo sia un barattolo vuoto da riempire o un blocco di creta da plasmare secondo la volontà dell’educatore. E’ inopinabile che sul processo educativo agiscono 3 variabili: l’educando; l’educatore; e l’ambiente.

GLI EDUCATORI? Certamente anche noi futuri educatori siamo figli di questo tempo e di questo ambiente. Certamente non è il fazzolettone che portiamo al collo che ci rende immuni dal virus della cultura dominante. Non è sempre facile rendercene conto. Accettare questo stato, poi, presuppone un atto di umiltà fuori dal comune.
Dobbiamo toglierci i paraocchi un po’ settari che corriamo il rischio di indossare, dobbiamo rifuggire la tentazione di ritenerci detentori della verità e possessori dell’unico metodo educativo efficace, dobbiamo entrare nella consapevolezza dell’urgenza di mutamento che la società odierna ci richiede, dobbiamo avere il coraggio di metterci seriamente in discussione come uomini e donne di questo tempo, di questo contesto sociale e impegnarci a fondo a riformare le nostre vite perché possano essere assunte a modello comportamentale dai nostri ragazzi.

Il mistero è tutto qui. Se è vero, come è vero, che l’educatore è chiamato a “tirar fuori” dal ragazzo il meglio e a sostenerlo nel combattimento contro le sue contraddizioni, è giocoforza che il ragazzo si specchi nell’educatore assumendolo a modello comportamentale :)


giovedì 26 novembre 2015

PERSONAL LEARNING ENVIRONMENT

La scorsa volta mi sono dimenticata di presentarmi!
Mi chiamo Mery, ho creato questo blog perché sto frequentando un laboratorio di informatica per l'educazione.


L'argomento che tratterò oggi è il PLE...Non avevo mai sentito parlare di questo argomento ma devo ammettere che sembra qualcosa di molto interessante!
Una definizione chiara sulla PLE è disponibile in questa ="http://en.wikipedia.org/wiki/Personal_learning_environment"> Il PLE, inoltre, non possiamo considerarlo"comune"ma ognuno di noi nel corso della propria vita può definire il proprio che può avere elementi comuni con altri ma che resta pur sempre personale. Un'altra caratteristica che possiede è quella di essere extra istituzionale quindi non gestito da un'istituzione formativa. Il PLE non è solo uno spazio personale del singolo ma è anche un paesaggio sociale che offre strumenti per connettersi con gli altri spazi personali.
Possiamo parlare all'interno del mio PLE di una classificazione in base alle diverse funzioni:

SISTEMI DI COMUNICAZIONE:

  • Twitter
  •  Facebook
  •  Whatsapp
  •  Instagram

SISTEMI DI CONDIVISIONE DELLE RISORSE:


  • Wikipedia
  •  Moodle 

SISTEMI DI PRODUTTIVITÀ' INDIVIDUALE:

  • Google
  •  Power point
  •  Word
  •  You tube. 


 Considero questi elementi molto utili perché mi permettono di "raggiungere gli obiettivi del mio apprendimento".

martedì 17 novembre 2015

La vita: una continua lotta tra insegnamento e apprendere.. è un eterna scuola..è come il mare.. ha onde infinite come infinite sono le cose da apprendere.

L'esperienza del dolore che ci insegna ad elaborare la cura di noi stessi e ad applicarla.
L'esperienza dell'amore, dell'odio, della paura, della vergogna, ecc..ognuno di questi sentimenti ci insegna tanto nella vita. Ogni volta che impariamo qualcosa che crediamo sia utile, sia necessario per sentirci meglio, più forte e magari più felici oppure quando ci sentiamo deboli, fragili,o crediamo di essere dei perdenti, in realtà cresciamo, diventiamo più maturi. Forse troppo felici o forse infelici ma cresciamo e impariamo tanto anche se, a volte, ce ne rendiamo conto tardi. C'è chi è molto (troppo) sicuro di se e pensa già di sapere tutto, di avere un sapere in mano che gli altri non hanno, di avere sempre una risposta a tutto e di solito sono quelli che parlano a sproposito e cercano sempre di mettere il becco in ogni conversazione.Poi c'è chi invece rimane stupito ad ogni nuova scoperta e non vede l'ora di capire qualcosa in più, non vede l'ora che arrivi la prossima sorpresa.
Ogni volta che si apprende qualcosa, qualcosa si apre dentro di noi, una comprensione più profonda e un nuovo modo (tra gli innumerevoli) di considerare le cose...il mondo,lo spirito. Sembra banale ma si ha sempre qualcosa da imparare.

Io, in tutti questi 22 anni ho imparato che bisogna sorridere sempre e prendere la vita con ottimismo! Ho imparato che non bisogna farsi condizionare dal parere degli altri,che in qualsiasi situazione bisogna seguire il cuore. Ho imparato che fidarsi è bene.. non fidarsi è meglio!
Ho imparato che ci saranno tante delusioni ma non bisogna mai arrendersi,che bisogna essere sempre se stessi e mai nascondersi dietro maschere inutili..Ho imparato tanto.. e continuerò.. perché non basta una vita per conoscere tutto quello che il mondo ci offre.. Tutto sommato, imparare ci rende forti, sicuri..e devo infine ammettere che penso che la religione sia la motivazione più forte, per essere forti ;)